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CHIESA DI S. ANTONIO DI PADOVA (DETTA DI S. ANTONINO).

Fu edificata nel 1503 come risulta in un atto del notaro Rimasuglia del 19 aprile 1504. Secondo l'antica tradizione qui i fedeli avrebbero innalzato una edicola a S. Antonio di Padova che, stanco, si sarebbe fermato in questo luogo nel suo viaggio da Siracusa a Vizzini. Una vecchia lapide ricordava ciò: "Hic ubi an. MDIII hoc ereptum est templum; B. Antonius faticatus ex itinere sedisse traditur".
Si ha costante memoria che questo passaggio abbia lasciato ricordo nei secoli, costantemente tramandato tanto che vi fu formata una Confraternita molto fiorente intitolata al Santo di Padova e innalzata una magnifica chiesetta in Suo onore. La fabbrica fu cominciata nel 1503 e terminata nel 1574 come si legge sull'alto della cupoletta dell'abside. Ha un campanile a cuspide intagliato con pietre bianche e nere. Aveva una volta assai bassa, che fu spinta nell'ampliamento della chiesa. Nel 1856 il corpo di questa chiesa fu accorciato intermittendo una nuova abside prima della cupoletta. Vi era aggregata la detta Confraternita di S. Antonio di Padova che era nata prima della fabbrica, anzi era appositamente sorta con questo impegno di rifinire un piccolo tempio al Santo.
Sull'arco maggiore si legge la semplice dedica: "Divo Antonio Pattavino". Ha sei cappelle di cui le più importanti sono: quella del Santo con una bella statua napoletana e quella della Madonna di Monserrato (detta anche "delle Rose"), che ha una tela del Baldanza dipinta nel 1643. Vi è la devozione a S. Biagio Vescovo, protettore della gola e si venera una antica statuetta e un mezzo busto in legno policromato. La festa esterna di S. Antonio era celebrata la domenica dopo il 13 giugno e i confrati potevano questuare il martedì e il venerdì. Si celebrava ancora la festa della Madonna di Monserrato, la terza domenica di maggio, con rappresentazione in un oratorio sacro.
La Confraternita fu sciolta temporaneamente ai tempi del Carrera; si ricompose però verso il 1650 e si trovano nei verbali relazioni per le elezioni dei rettori della chiesa e della Confraternita in data 6-11-1685, in cui ebbero maggiori voti Paolo Medulla, Antonino Messina e Antonino Astuti. Si conservava nell'archivio della chiesa un permesso di processione del 23 agosto 1696 firmato da Mons. Asdrubale Termini, Vescovo di Siracusa, in cui si dava licenza di poter festeggiare con il consenso dell' Arciprete Parroco della Matrice, passando per quelle vie idonee alla processione. Si conserva un'antica pianeta di broccato verde, un calice cesellato, dono di Donna Caterina Ossorio Statella del principio del 1600, una piccola corona del Bambino, dono del Sac. Sebastiano Gulinazzo. Nel giardinetto della chiesa si conservava l'antico fonte battesimale della Matrice in travertino di S. Barbara.
La chiesa e la sacrestia insieme all'altare maggiore furono restaurati nel 1939. La macchinetta di legno di nuova costruzione nell'altare del Santo è un pio legato della Baronessa Donna Dorotea Rejna.

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