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CHIESA E MONASTERO DI S. AGATA.
Fu fondata, come afferma il Carrera, dai signori della Terra verso il 1578, ma parte del fabbricato era già sorto nel 1550 con elemosine dei
fedeli, con lo scopo di essere sin da principio adibita a collegio di povere zitelle. Fu poi adattata per le claustrali, che erano benedettine come
quelle del Monastero di S. Giovanni. Il principe Carlo Caraffa nel 1696 accrebbe gli edifici aumentando il numero delle celle e l'area della silva.
Il terremoto danneggiò il parlatorio con alcune stanze e la cappella di S. Agata. Furono questi danni subito riparati e la comunità non
soffrì alcuna privazione. Si venera in questa chiesa la Madonna delle Grazie, di cui si conserva una espressiva statua scolpita a Napoli nel
1882. L'altare a destra entrando è dedicato a S. Francesco di Sales, e fu innalzato da don Antonino Macrì, Protonotario Apostolico e grande
devoto del Vescovo di Ginevra, che vi fece dipingere un quadro e scolpire una statua, che indorò a zecchino. Quello a sinistra è dedicato a
S. Benedetto.
Beneficò il Monastero di cui era cappellano e ivi fu sepolto nel 1724 in mezzo alla chiesa sotto una grande lapide intarsiata che reca il suo stemma
e un epitaffio latino. Con la soppressione dei beni fu tutto incamerato dal demanio, ma una zelante novizia, suor Nazzarena Carrera riscattò la chiesa
nel 1912, cedendola con atto del 25 maggio 1914 con tutte le sue pertinenze e suppellettili, all'Arciprete della Matrice pro-tempore, per tenerla aperta
al culto. Il monastero fu venduto dal demanio a privati che lo hanno ridotto ad abitazioni familiari. La chiesa conserva antichi parati magnificamente ricamati
e delle argenterie tra cui spiccano un ostensorio settecentesco e un calice seicentesco con piede traforato. Nella sacrestia si conservava un quadro del martirio
di S. Agata di Giovan Battista Baldanza. Sia i preziosi parati che i sacri arredi e le opere d'arte si trovano oggi custoditi presso il Museo d'arte sacra
"San NicolÒ".